Funerali nell'antica Roma

Sarcofago dedicato a Crepereia Tryphaena con la sua bambola [1]

I funerali nell'antica Roma rappresentavano per tutti, anche per i più poveri, per i quali le esequie erano pagate dallo Stato, la necessità imprescindibile di onorare i defunti che costituivano gli spiriti protettori della famiglia [2]. Se un morto rimaneva insepolto o non fosse stato inumato secondo i riti si credeva che la sua anima rimanesse a vagare sulla terra travagliando i parenti che si erano sottratti al dovere di rendergli onore.

I riti funebri solitamente sono descritti dalle fonti antiche riguardo soprattutto personaggi importanti o di rango imperiale ma gli scavi archeologici di molte necropoli e i testi delle iscrizioni funerarie dei sepolcri hanno oggi reso possibile conoscere come si svolgevano le cerimonie funebri e il modo di concepire la morte e di vivere il lutto anche delle classi sociali medie e basse.

  1. ^ Sulla cassa in marmo è «incisa di bassissimo rilievo una scena allusiva alla morte della fanciulla. La quale vi è rappresentata dormente sul letto funebre, con la testa appoggiata sulla spalla sinistra. Sulla sponda del letto, dalla parte de' piedi, è seduta una matrona velata, con lo sguardo fisso sulla defunta. Presso il capezzale figura virile clamidata, atteggiata a profondo dolore.» (in R. Lanciani, Delle scoperte avvenute nei disterri del nuovo Palazzo di Giustizia, in Bullettino della Commissione Archeologica comunale di Roma, serie terza, Roma, Tip. della R. Accademia dei Lincei, 1889, pp. 173-80.)
  2. ^ Sapere.it

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